lunedì 22 settembre 2008

Trenitalia emana un provvedimento miope e totalmente assurdo oltre che zoofobo!

Davvero quello che ha appena emanato Trenitalia è un provvedimento assurdo e di facciata, perché sotto tutti i punti di vista non è possibile credere di debellare un problema parassitario e igienico, come quello delle zecche, impedendo l'entrata a bordo dei vagoni di cani di peso superiore ai 6 Kg! Oltretutto lascia presupporre la totale ignoranza in materia da parte di chi ha promulgato un regolamento del genere...
Così come d'altronde non basterebbe comunque un certificato veterinario rilasciato (ovviamente gratuitamente!) da meno di un mese per garantire che il cane in questione non abbia parassiti, ma qui il discorso diventa troppo complesso ed articolato, perché venga capito da una burocrazia che vorrebbe tutto piatto ed uguale così da poter essere facilmente omologabile e quindi semplice da gestire.
Anche perché se non ricordo male oltre alle zecche in passato (come risulta dai molti articoli ancora diffusi in rete) sono state rinvenute anche cimici e pulci (e in quel caso erano stati messi sotto accusa ipotetici clochard francesi), tanto da costringere Trenitalia a ritirare ben 508 carrozze per disinfestarle completamente.
Certo forse a ben vedere una cosa normale da attuare sarebbe stata quella di assicurare una pulizia approfondita e regolare alle carrozze dove far viaggiare i passeggeri, umani o animali che siano, ma evidentemente questo ancora non è così ovvio...Eppure continuo ancora a stupirmi per l'incompetenza e la superficialità che caratterizzano i cosiddetti manager che sono responsabili del destino di aziende intere e alle cui dipendenze hanno migliaia di persone; ma soprattutto da cui dipende una funzione così importante come quella del trasporto pubblico.
Riporto qui di seguito la nota diffusa anche da ANMVI oggi sull'argomento, che ben riassume la questione:
-Con una nota indirizzata alle Ferrovie, al Ministro dei Trasporti, al Sottosegretario alla Salute e al Sottosegretario al Turismo, l' ANMVI ha chiesto la revoca immediata delle regole di viaggio per gli animali stabilite da Trenitalia.
L'Associazione parla di regole "assurde, senza alcun fondamento sul piano scientifico, senza corrette nozioni di prevenzione e di igiene degli animali e totalmente incuranti delle esigenze di viaggio dei cittadini-proprietari. Un provvedimento burocratico di pura facciata".

Dal primo ottobre, su indicazione dell'Istituto superiore di sanità, gli animali dovranno infatti viaggiare sui treni accompagnati da un certificato del veterinario, rilasciato da meno di un mese, che ne attesti l'assenza di «infestazioni o patologie trasmissibili». Inoltre, non sarà più possibile far salire sui treni cani di media e grossa taglia che pesano più di sei chili. Mentre i più piccoli, e tutti gli altri animali, dovranno viaggiare dentro il trasportino. Sono esentati i "piccoli pesci" e i "cani guida per ciechi" (anche per questi ultimi però è richiesto il certificato veterinario). "Ci meraviglia - commenta l'ANMVI - che un provvedimento zoofobo venga accettato come segno di civiltà in un Paese dove le istituzioni fanno campagne contro l'abbandono animale. E' noto che fra le cause dell'abbandono ci sono i divieti nei confronti degli animali nei luoghi pubblici.
Questa nuova discriminazione rivela lo strabismo della cultura italiana verso la convivenza con gli animali, da un lato tutelati dal codice penale e dall'altro ancora additati all'opinione pubblica come "portatori di malattie", un luogo comune indegno di una società in cui la prevenzione e la medicina veterinaria consentono al cane e al gatto di famiglia di condividere il quotidiano con garanzie igienico-sanitarie. Non c'è nessuna ragione per sostenere che sui treni l'animale di proprietà costituisca un rischio per l'igiene quando non lo è in nessun altro ambito, pubblico o privato che sia.".
L'amministratore delegato di Trenitalia, Vincenzo Soprano spiega che le iniziative anti-zecche sono tre. «Le norme sul trasporto dei cani, certo: e anzi voglio sottolineare che gli animali non pagheranno alcun biglietto. Ma abbiamo in cantiere anche modernissime procedure di disinfestazione, a caldo e a freddo, con certificazione di qualità: saranno impiegate dal 1˚ ottobre. E poi ci affideremo a nuove ditte per i servizi di pulizia, i primi bandi scadranno venerdì prossimo». La sanzione per i trasgressori è di 100 euro, pari al costo di disinfestazione del vagone.
Per tutto il mese di ottobre, però, chi non avrà il certificato del veterinario non dovrà pagare la multa. «Ci siamo adeguati alla normativa spagnola, un Paese che ha molte analogie con il nostro, a partire dal clima», conclude Soprano. Solo Michela Vittoria Brambilla ha espresso dubbi sul certificato veterinario: "non credo che possa garantire che l'animale non abbia parassiti, è anche questione di igiene sui treni. E' opportuno non dimenticare che una famiglia su tre li possiede, seguendo il trend di altri Paesi europei dove c'è un'apertura diversa verso gli animali". Il Sottosegretario Francesca Martini si era invece espressa a favore del certificato e ne aveva auspicato il rilascio gratuito da parte dei veterinari. -
Anche le associazioni animaliste hanno detto la loro sull'incredibile provvedimento: «Questo furore igienista è ridicolo. Quale sarà il prossimo passo? Il controllore guarderà le unghie e le orecchie di chi viaggia?», sbotta l'onorevole Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Enpa. «Trenitalia non può pensare di eliminare le zecche. Se assicurasse servizi di pulizia decenti, il problema non si presenterebbe nemmeno. Ci opporremo con i nostri legali».
E lo stesso farà la Lav. Anzi il presidente della Lega Anti Vivisezione, Gianluca Felicetti, ha aggiunto: «Il 1˚ ottobre saliremo sui treni con cani di media e grossa taglia, vediamo se ce lo impediranno». Insomma ha assicurato che faranno ricorso in ogni sede. «Questo provvedimento è gravissimo e in controtendenza con quanto avviene nelle ferrovie di tutto il mondo e con l'orientamento di molte aziende del trasporto locale e delle compagnie di navigazione».
Infine l'
Aduc, una delle più importanti associazioni di consumatori, ha replicato così: «Prima di parlare a vanvera su cani e gatti, provvedano a pulire bene le carrozze e a licenziare chi lo fa male».
A quanto pare dunque questa volta si è alzato un bel vespaio e oltretutto a ragione, facendo coalizzare associazioni animaliste, di consumatori e di veterinari; speriamo solo che come al solito per accontentare tutti non si finisca per scontentare tutti, ma che, al contrario, ciò serva ad affrontare seriamente una questione importante come quella degli spostamenti con gli animali che anziché ostacolata dovrebbe venir favorita in tutti i modi...

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