domenica 21 settembre 2008

Curiosità da Israele e dal Giappone

Vista la giornata domenicale mi pare giusto una volta tanto trattare un argomento leggero, pertanto oggi volevo portarvi a conoscenza di due modi differenti e forse anche molto lontani dalla nostra cultura di vivere i rapporti con i nostri amici a quattro zampe.
Si tratta di due notizie riguardanti due paesi molto distanti tra loro: Israele e Giappone.

Il primo paese, a noi tristemente noto per i frequenti fatti di cronaca relativi a una difficile convivenza tra due differenti etnie e due estremismi religiosi, in questo caso fa ricorso a delle conoscenze scientifiche all'avanguardia per debellare una cattiva usanza dovuta alla maleducazione dei proprietari dei cani, che purtroppo contraddistingue anche molti nostri connazionali, ovvero quella di non raccogliere le deiezioni del più fedele amico dell'uomo, che puntualmente imbrattano ogni angolo della città.

Il secondo invece, famoso proprio per l'operosità e il progresso tecnologico che lo contraddistingue, questa volta emerge per un nostalgico recupero del rapporto con l'animale magico e misterioso per eccellenza che è il gatto.
Vediamo dunque nei dettagli le due singolari notizie.
Israele, Petah Tikva (Tel Aviv) : Uso del DNA nella lotta contro le deiezioni canine
A quanto pare non siamo solo noi in Italia ad avere problemi con la pulizia e l'igiene delle nostre città...A Petah Tikva si è addirittura deciso di costituire una banca del DNA dei cani del posto, per riuscire ad identificare a chi appartengano le deiezioni che non vengono raccolte ed eliminate come invece prescrive la legge e dunque risalire al proprietario resosi colpevole dell'effrazione!
In realtà ancora si tratta di un programma in fase sperimentale ma per ora i primi sei mesi di prova sembrano siano stati accolti favorevolmente in primis proprio dai proprietari degli animali, che si sono sottoposti volontariamente al prelievo di campioni di saliva del proprio cane, per fornire il DNA.
Certo di primo acchito sa leggermente di esagerazione; ma l'ipotesi che un domani si realizzino banche del DNA su scala mondiale per identificare i colpevoli di reati ben peggiori non credo sia tanto improbabile: che questo sia solo l'inizio? A voi le considerazioni in proposito.
Posto qui di seguito il link del video del servizio diffuso dalla BBC sulla notizia in questione:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/middle_east/7620575.stm
Giappone, Tokio: il boom dei Cat Café
A Tokio sono già una ventina i Cat Café aperti dal 2007; ma senz'altro il più conosciuto e di tendenza è il Calico Café aperto dal trentacinquenne Takafumi Fukui che a quanto pare ha addirittura abbandonato la sua precedente occupazione presso una società di giochi televisivi per fare del suo amore nei confronti dei felini domestici una vera e propria occupazione. Infatti il signor Takafumi nel marzo del 2007 si è letteralmente inventato questo particolarissimo Bar in cui oltre ai camerieri ha assoldato anche ben 14 gatti, i quali circolano liberamente tra i tavoli per farsi accarezzare e coccolare dagli avventori del locale, che sono così finalmente liberi di sentirsi, anche se per breve tempo, proprietari di un gatto.
"Voglio che tutti si dimentichino del loro lavoro e si rilassino", spiega Fukui, aggiungendo che la maggior parte dei clienti sono donne che lavorano e bambini, e che il 70% del totale non possiede gatti per allergie o regolamenti abitativi. A quanto pare l'idea è stata azzeccatissima vista l'affluenza che si aggira quotidianamente attorno ai 70 frequentatori e che nei week end raggiunge persino i 150 clienti. Sembra che uno dei motivi che ha spinto il signor Fukui a dare inizio a questa singolare attività sia anche quello di ovviare alle severissime regole che vietano di tenere animali nei condomini, per cui in questo modo anche chi non si può permettere di possedere un gatto, per la "modica" cifra di 800 Yen (circa 5€) l'ora, può bearsi di questa illusione e godersi le fusa del fortunato gatto di turno!
Mariko Nakamura, proprietaria di un altro Cat Café, Neko JaLaLa, racconta che i clienti del suo locale sono di ogni età e senza differenza di sesso: dagli adolescenti agli anziani di 70 anni, alcuni dei quali tornano anche diverse volte in una settimana, specialmente i cosiddetti colletti bianchi, che cercano di alleviare così lo stress da competizione e superlavoro!
Certamente non c'è da stupirsi che locali simili pullulino in Giappone, dove un terzo delle persone vive sola e perciò il sentimento di solitudine sembra essere
più diffuso che nel resto del mondo; ma forse un'altra spiegazione sarebbe da ricercare anche in ciò che rappresenta il gatto, animale più di ogni altro simbolo di indipendenza.

1 commento:

Gianluca ha detto...

Ma quest'idea del test del DNA è geniale!!!
Sai che bello se lo facessero in italia? Certo, si ridurrebbe drasticamente il mercato dei guinzagli kilometrici. Quelli che ti permettono di far caXXre il cane a una distanza tale da poter dire che non te ne eri accorto.